Il bosco è un sistema naturale capace di evolversi senza l’intervento degli uomini. Gli uomini, invece, hanno sempre avuto bisogno del bosco per varie esigenze: per scaldarsi, per costruire case e mobili, per nutrirsi, per avere ossigeno e negli ultimi anni anche per vari scopi ricreativi.
Esiste, dunque, la selvicoltura perché l’uomo ha bisogno del bosco.
Il bosco: una risorsa inesauribile solo se ben gestita.
Un dato è più che sufficiente: anticamente i boschi erano tanti, talvolta troppi, rispetto ad altri tipi di uso del suolo; tra la fine dell’anno Mille e la metà del XV secolo, la popolazione dell’Europa occidentale aumentò quasi del doppio, mentre il manto forestale si ridusse, per intervento dell’uomo. Da sempre l’uomo ha tagliato gli alberi nei boschi per far posto alle coltivazioni agrarie ed al pascolo, per scaldarsi, per realizzare oggetti e costruzioni.
Agli inizi del XIX secolo molti governanti si resero conto che il taglio senza limiti delle conifere del centro Europa rischiava di far sparire importanti zone boscate, compromettendo in definitiva la medesima produzione di legname. Anche in Italia, il governo del Regno di Napoli istituì un’apposita commissione forestale per cercare di controllare il fenomeno del disboscamento. Già ad inizio attività, questa Istituzione si rese conto che i tagli indiscriminati producevano problemi al clima locale, nonché rischi per i dissesti idrogeologici.
Con l’avvento della selvicoltura economica, mutuata dalle tecniche di coltivazione dei campi agricoli, si iniziò con le prime piantagioni di alberi, alle quali seguirono i tagli, la raccolta del prodotto e di nuovo la piantagione.
Si cominciò così a “coltivare” anche i boschi.
I benefici del bosco … clima
Ben presto però studiosi illuminati si accorsero che, coltivando il bosco sul modello agricolo, si teneva conto solo della produzione di legname, mentre il bosco era importante anche per la protezione del suolo e per la mitigazione del clima. Per questo, nel centro Europa, prese gradualmente campo la selvicoltura naturalistica.
La selvicoltura naturalistica … cercata e amata
Questa disciplina si occupa della conservazione dell’ecosistema forestale, per mantenerlo il più possibile simile a quelli naturali, subordinando allo scopo principale la quantità e qualità del prelievo di legname per usi commerciali. La selvicoltura “vicina alla natura” segue un approccio alla gestione che si avvantaggia dei meccanismi naturali e si adatta, di volta in volta, alle caratteristiche del bosco. Gli interventi, adattabili anche a piccole superfici, devono essere leggeri e frequenti, in modo da provocare solo piccoli cambiamenti a cui l’ecosistema reagisce rapidamente.